Alcide Pierantozzi
Lo sbilico

(Einaudi)

con Donatella Di Pietrantonio

Spazio DiPi a cura di Donatella Di Pietrantonio 

Domenica 9 novembre
ore 19:00

Cineteatro Massimo - Sala 2

Al FLA2025 Alcide Pierantozzi ci racconta cosa accade quando l’unico modo che hai per stare al mondo è vivere su un precipizio, nello «sbilico» delle cose.
Con accanto la sensibilità e la maestria di Donatella di Pietrantonio.

Lo sbilico è il diario di bordo di una mente smarrita che sempre, sempre, prova a salvarsi.

«Il problema era che io aspettavo i corvi, e invece arrivavano i pensieri».

Alcide ha quarant’anni, prende sette pasticche al giorno (cinque la mattina e due dopo cena) e i suoi difetti stanno tutti dentro quattro pagine di diagnosi controfirmate da uno dei più famosi psichiatri italiani: «disturbo bipolare», «spettro dell’autismo», «dissociazione dell’io», «antipsicotici», «pensieri di mancata autoconservazione».
In questo libro Alcide ci racconta il tempo melmoso delle sue giornate, ma soprattutto ci racconta – con tutta la chimica che ha in testa – cosa accade quando l’equilibrio psichico s’incrina: l’innesco della paranoia, la percezione che si sdoppia, il modo in cui il tempo fermo di un’attesa non è mai davvero fermo, perché è lì che arrivano i pensieri.
Questa è la storia di uno sperdimento, una storia che possiede il dono e la condanna di saper parlare davvero a chiunque. 

Sono pagine brucianti, che Alcide Pierantozzi ha scritto come se il suo corpo fosse un sismografo, registrando il disagio psichico nella sua forma piú pura, descrivendo la violenza – poetica e brutale – di una mente smarrita che cerca di trovare una stabilità impossibile, ma che sempre, sempre, prova a salvarsi.

Una storia di una potenza disarmante, che urtica e lenisce insieme, e che una volta iniziata pretende di essere letta fino all’ultima parola. O bevuta fino all’ultima goccia, come una medicina.

«Lo sbilico comincia e finisce nel nome della madre; la madre ha un tumore, il figlio che scrive in prima persona è omosessuale – l’equazione che viene subito in mente è: romanzo patetico, intimista. E invece no. Intanto perché il libro è pieno di forza proiettiva a vari livelli, come vedremo, poi perché è un libro che non chiede compassione, mai; infine, perché l’omosessualità vi ha una parte decisamente marginale […] Lo sgozzamento del coniglio è memorabile, come il pastone di gesso e sale fatto mangiare ai topi così che poi, bevendo, si cementificassero dall’interno… L’energia linguistica è pari alla precisione descrittiva».
Walter Siti, «Domani»

Alcide Pierantozzi
Alcide Pierantozzi è nato nel 1985 e vive a Colonnella, in Abruzzo. Ha esordito a ventun anni con il romanzo Uno in diviso (Hacca 2006, Bompiani 2022), a cui sono seguiti L’uomo e il suo amore (Rizzoli 2008), Ivan il terribile (Rizzoli 2012), Tutte le strade portano a noi (Laterza 2015) e L’inconveniente di essere amati (Bompiani 2020). Nel settembre 2025 ha pubblicato Lo sbilico, che dà voce a un bisogno collettivo fortissimo: quello di nominare con precisione il malessere psicologico, l’alienazione, la medicalizzazione e la solitudine.

Evento in collaborazione con

Cineteatro Massimo
Sala 2
Via Caduta del Forte, 15
Pescara

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