Normale agg. [dal lat. normalis «perpendicolare», der. di norma (v. norma)] Che segue la norma, conforme alla norma, quindi consueto, ordinario, regolare.
Ma normale rispetto a chi? Chi ha deciso questa norma?

«Tu non sei normale» è una frase che chiunque, una volta nella vita, si è sentito rivolgere (probabilmente come un’offesa).
“Normale” è una parola che sentiamo di continuo, poiché è il parametro con cui la società misura la soglia minima dell’accettabile. Ciò che è normale non sarà eccellente, ma almeno ha la decenza di attenersi a uno standard, di conformarsi: essere come tutti, comportarsi come tutti.
Ma, a ben vedere, “tutti” chi?

Ci voleva una sociolinguista combattiva come Vera Gheno per scardinare la normalità, come parola e come concetto, per smontarne le contraddizioni e mostrare quanto sia un sottile meccanismo di esclusione.

Perché se esiste un normale esiste anche un diverso, una persona che non rientra nella norma.
E, oggi più che mai, questa fantomatica norma si rivela per quello che è: uno strumento del gruppo dominante per esercitare potere su gruppi meno forti (donne, migranti, poveri, persone lgbtqia+…).
E, chi è bollato come “diverso”, si ritrova espulso.

Con il rigore della materia e l’ironia che la contraddistingue, Vera Gheno ci accompagna in un viaggio che parte dalle parole e arriva alla società, mostrando quanto il linguaggio possa plasmare la realtà.
“Nessunə è normale” non è solo un saggio sul linguaggio, è un invito a guardarsi attorno con occhi nuovi e  riconoscere che la normalità è un mito fragile.

Una ragione in più per ricordarsi che, per fortuna, Nessunə è normale.